Nel 2023, le banche russe hanno respinto oltre 34 milioni di tentativi di truffa online. Putin in prima linea contro i cyber-criminali.
Negli ultimi anni, le truffe online sono diventate un grave problema per la Russia, tanto che lo stesso presidente Vladimir Putin è stato costretto a intervenire. Nonostante la guerra in Ucraina e le sanzioni internazionali, il vero nemico interno del paese sembra essere rappresentato dai cyber-criminali che colpiscono senza sosta i cittadini russi.
Nel 2023, le banche russe hanno respinto ben 34,8 milioni di tentativi di furto telematico, ma molte truffe sono comunque andate a buon fine. Secondo la Banca centrale russa, che ha iniziato a monitorare il fenomeno, circa 1,17 milioni di operazioni fraudolente sono state concluse con successo, portando alla sottrazione di 15,8 miliardi di rubli, pari a circa 158 milioni di euro.
L’intervento di Putin e le misure proposte
Davanti a questa escalation, Putin ha chiesto al governo di agire con urgenza. Il piano, da presentare entro il 1° dicembre 2024, prevede diverse misure. Tra le soluzioni proposte, emerge l’idea di introdurre un periodo di riflessione obbligatorio tra la decisione di trasferire denaro e l’effettiva esecuzione del bonifico. Questo darebbe alle vittime il tempo necessario per ripensare e annullare l’operazione.
Un’altra proposta prevede la creazione di un’agenzia specializzata per coordinare le banche e le forze dell’ordine nella lotta alle truffe. Secondo Ivan Abramov, vicepresidente del Comitato di politica economica, mentre le grandi banche hanno dipartimenti dedicati alla sicurezza, gli istituti più piccoli non dispongono delle risorse necessarie per contrastare efficacemente le truffe.
Le truffe online: un problema in crescita
Il fenomeno è in aumento anche a causa della scarsa alfabetizzazione finanziaria della popolazione. I truffatori sfruttano l’ingenuità delle persone, in particolare degli anziani, per convincerli a trasferire denaro con vari pretesti. Circa il 50% delle truffe avviene tramite applicazioni di pagamento contactless, spesso installate a insaputa delle vittime. Mentre un altro 30% è legato a trasferimenti tra conti bancari.